Margherita Lollini

La montagna
di fuoco

“La montagna di fuoco è l’enorme e devastante incendio appiccato dalle SS alla pira dei cadaveri delle vittime trucidate davanti alla chiesa di Sant’Anna di Stazzema nella mattina del 12 agosto 1944. Questo libro ricostruisce la sofferenza di un superstite, Angelo Pieri, che nell’eccidio perse tutta la sua famiglia, composta dalla moglie e da due bambini: lo fa intrecciando un dialogo immaginario tra Angelo e la sua figlia Marisa, nata in seconde nozze, la stessa che ha ritrovato quel diario a cui il padre ha confessato tutto il suo inconsolabile dolore”.

Storia di un uomo, storia di una strage

Io, sopravvissuto di Marzabotto

La strage di Marzabotto fu il più grave crimine di guerra contro la popolazione civile perpetrato dalle forze armate tedesche in Europa occidentale durante la Seconda guerra mondiale. In meno di una settimana, nell’autunno del ’44, vennero uccise più di 800 persone compresi bambini, anziani e parroci dei comuni coinvolti.
Questa è la storia di un sopravvissuto.

Opere

L'Appennino stregato

Una grande varietà di leggende oscure, in un misto di magia nera, apparizioni demoniache, spiriti dannati e fantasmi inquieti, maledizioni e stregonerie, solca in lungo e in largo i crinali dell'Appennino affondando le proprie radici in tempi assai remoti. Nate sulle alture, tra i borghi, tramandate oralmente da una generazione all'altra, le superstizioni e le dicerie popolari legate a streghe, diavoli, angeli e spettri riprendono vita in una serie di racconti dalla natura sinistra e inspiegabile.

L'Appennino ferito

Fra il 1944 e il 1945 la Linea Gotica, che correva lungo la dorsale dell'Appennino che va dal Tirreno all'Adriatico, è stata teatro di durissimi scontri fra le truppe nazifasciste e l'esercito alleato, fra miliziani del regime e partigiani. Il prezzo che la popolazione delle comunità e delle borgate appenniniche ha dovuto pagare, in termini di sofferenza e vite umane, è stato elevatissimo. Le storie di queste vittime innocenti, del loro territorio, delle loro case e dei luoghi a loro più profondamente cari. Non già racconti di battaglie o fatti d'armi, bensì umili vicende di madri, padri, figli e figlie, che pur non avendo imbracciato un fucile, pur senza colpa della guerra, hanno perso la vita e hanno visto morire le persone più care, non potendo fare nulla. Premessa storica di Michele Serafini.

L'Appennino incantato

Scrittura, pittura e fotografia al servizio di un libro che racconta l'Appennino bolognese, per sua natura discreto e silenzioso, lontano dalle capitali del turismo così come da quelle dell'arte e degli intellettuali. Un tentativo di far dialogare in un equilibrio armonico tre diverse forme espressive, tre mondi assai lontani fra loro, con l'obiettivo di narrare la bellezza aspra e dolce, impervia e garbata di un territorio. In questo libro la fotografia non è l'illustrazione del racconto, il racconto non è la didascalia del quadro, e il quadro, infine, non è una semplice decorazione. Sono tre modi diversi di descrivere lo stesso luogo, le sue storie e i suoi personaggi. Il risultato è il ritratto poliedrico di una terra dalla bellezza selvaggia e materna, voluttuosa di una seduzione ipnotica e inebriante.

Le confessioni private di un Gentleman

Prendete un Gentiluomo: errabondo, nomade per vocazione. Prendete il mondo: un mondo fatto di città, palazzi, ponti, strade e scorci misteriosi. Ora mescolate, mescolate a fondo. Ne sgorgheranno i tableaux vivants di un libro fatto di città vive, parlanti, di angoli nascosti, solitari e trepidanti di essere disvelati. E poi infinite bellezze, grandiose ed irresistibili. In mezzo ad atmosfere sospese tra incanto e mistero, tra perdita e redenzione, si snodano quelle che, inevitabilmente, saranno Le Confessioni private di un Gentleman.

Lizzano: racconti di vita

Quindici racconti, altrettante storie, ritratti di figure, emerse dalla memoria o dall'invenzione. Quindici racconti ed un paese: Lizzano in Belvedere, situato nell'Appennino bolognese, uno dei tanti luoghi dove la fantasia letteraria si rifugia, alle volte. Il paese è l'unità fondante e la cornice unitaria che contiene i destini di queste minute biografie, restituite attraverso intense note dalla brevità essenziale, ma che non mancano di dare movimento e grazia a questi tableaux vivants. Alla stregua di bozzetti, ritratti con tratto sintetico ma scrupoloso, le diverse immagini evocate si fondono in un unico tappeto visivo, dove non mancano intrecci, analogie, ripetizioni che intendono forgiare un volto composito eppure unitario, fornendo un inventario narrativo esaustivo delle figure, dei personaggi che, come attori, trovano nel paese la loro animazione. Negli anni a cavallo e successivi alla Seconda Guerra Mondiale prende forma un nucleo di significati che risulta imprescindibile per colmare la memoria non solo di Lizzano, ma di tutti i paesi, e dell'Italia. Tradizione rurale, vera radice che - di lì a pochi anni - sarà travolta da una nuova storia...